“Di civiltà e di cultura. Conoscenza e lavoro operaio negli anni cinquanta a Modena” è il titolo del libro di Daniele Dieci, pubblicato nel 2017 da Editrice Socialmente e con la postfazione di Vando Borghi, che Fondazione Mario Del Monte ha presentato martedì 23 gennaio alle ore 17 presso la Sala Ex Oratorio di Palazzo dei Musei a Modena.
Il volume trae la sua ispirazione dalla volontà di approfondire la figura collettiva dell’operaio di mestiere, nel periodo storico – gli anni cinquanta – che maggiormente lo ha visto partecipe ed in alcuni casi artefice della società modenese. Il libro, che si avvale anche di documenti d’archivio ad oggi inediti, prova a descrivere i diversi percorsi di formazione, le strade a volte tortuose della costruzione del “saper fare”, l’impatto economico e industriale sul tessuto produttivo modenese e la partecipazione politica e sociale alla vita della fabbrica. Nella seconda parte del libro si prova ad attualizzare queste riflessioni, mettendole alla prova del mondo contemporaneo, del lavoro dei nostri giorni. La postfazione di Vando Borghi ricostruisce e inquadra teoricamente il dibattito recente nelle scienze sociali sul rapporto tra conoscenza, lavoro, emancipazione individuale e collettiva, sottolineandone le radicali trasformazioni e la persistente rilevanza.
Alla presentazione hannoo preso parte, oltre all’autore Daniele Dieci, il docente di Sociologia e Politiche del lavoro dell’Università di Bologna Vando Borghi, il direttore dell’Istituto Storico di Forlì-Cesena Carlo De Maria e la Segretaria della CGIL nazionale Tania Scacchetti. La conduzione è stata affidata al giornalista di Repubblica Michele Smargiassi.
“Con la pubblicazione di questo libro la Fondazione si propone due scopi – ha spiegato il Presidente Roberto Guerzoni – il primo è arricchire la conoscenza di un periodo storico molto importante per Modena, quello della ricostruzione postbellica, nel quale il protagonismo operaio e sindacale ha avuto un ruolo decisivo nello sviluppo economico del nostro territorio e nella definizione di un tessuto democratico e di partecipazione essenziale per il futuro della nostra comunità. Il secondo scopo è quello di accendere un riflettore sul tema del lavoro nella società odierna, dove assistiamo a un progressivo indebolimento del significato e del valore attributo alla condizione dei lavoratori e parallelamente della funzione del sindacato e in generale dei corpi intermedi con evidenti rischi di arretramento di quel tessuto democratico peculiare della realtà modenese.”